Come non si dovrebbe scrivere un documento in un bando di gara
Per darvi un’idea pratica di come non dovrebbe essere fatta la documentazione a corredo di un bando di gara per l’affidamento di lavori pubblici, a cui ho accennato durante il mio intervento alla prima conferenza di LibreItalia dello scorso 29 novembre. Vi invito a dare un’occhiata alla modulistica a corredo della gara d’appalto “Lavori di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo con adeguamento impiantistico e sismico dell’ex sede municipale … di Comune di Villa del Conte (PD)”.
Scaricando la “MODULISTICA PER LA PARTECIPAZIONE ALLA GARA”, nel file .zip troverete un file denominato VDCExMunicipio2014_Busta2_LISTA_CATEGORIE_OffertaPrezziUnitari.pdf. Questo documento in formato PDF costituisce la lista delle categorie di lavoro e delle forniture di cui al punto 2 dell’offerta economica indicata nel disciplinare di gara. Si deve anche riportare “l’indicazione dei prezzi unitari offerti per ogni voce, in cifre ed in lettere, nonché del prodotto risultante dalla moltiplicazione dei prezzi unitari per le quantità (solo in cifre)”.
Provate a dargli un’occhiata e provate ad impostare un foglio di calcolo, visto che a base di gara non ce n’è alcuna traccia, partendo da quel PDF. Operazione, del resto, indispensabile per far di conto senza ricorrere ad un pallottoliere dovendo studiare e formulare un’offerta.
E’ il caso, come minimo, di fare qualche considerazione sulla forma di quel documento:
- è inutile avere 206 pagine se ne basterebbero una dozzina in forma compatta con descrizione ridotta delle voci (considerato che, comunque, l’elenco prezzi completo di ogni parte è tra i documenti di gara); 206 pagine che vanno firmate una per una.
- è inutile indicare, su ognuna delle pagine, un “riporto” ed un “a riportare” che, con i mezzi attuali, costituiscono un antico retaggio. E qui vi incollo alcune righe del manuale di LeenO (estensione OXT LibreOffice/OpenOffice per la gestione del computo metrico e della contabilità tecnica di cantiere) scritte da Bart Aimar: “…Oggi le somme le fa la macchina, e lei non le sbaglia. In molti mi hanno chiesto questa opzione, alcuni giustificandola con esigenze di supervisione da effettuarsi sulla carta. Il presupposto è che chi ha fatto il computo ti voglia imbrogliare, “sbagliando” apposta le somme…”; (ma questo può essere un parere soggettivo).
- capisco i timbri pagina per pagina, ma non si fa prima e meglio con la firma digitale?
- non si tratta di semplici scansioni. Magari lo fossero. Il copia/incolla rivela un formato criptato per il quale, ad un attento confronto, è evidente che a carattere uguale corrisponde lettera uguale, come segue: Un allegato del genere costituisce un danno per chi non riesce a ricavarne un foglio di calcolo se non ribattendo almeno il minimo indispensabile in un formato gestibile, con un non trascurabile aggravio di spese.
E qui mi fermo. Questo è solo uno dei casi che di tanto in tanto, lavorando in questo settore, mi trovo a dover affrontare. Sono convinto che non è questione di incapacità degli impiegati. Anzi, tanto di cappello per coloro che, nonostante tutto, lavorano con impegno ed abnegazione (e ne conosco tanti personalmente), ma è indispensabile fare informazione e formazione partendo proprio dalla PA. Secondo me è la PA che dovrebbe far da traino per l’adozione dei formati aperti e standard che, com’è noto, garantiscono accesso ai dati a lungo termine senza barriere tecniche e legali ed agevolano uno scambio di informazioni corretto.
E poi, non sarebbe bello se assieme ai documenti di gara gli enti pubblici distribuissero anche il software per gestirli? Ormai da un po’ sono disponibili sia gli strumenti legislativi che quelli tecnici per poterlo fare. Non abbiamo scuse.
a cura di Giuseppe Vizziello